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Il segmento testuale De Leone è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 18Analitici , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Giorgio Rochat, Varietà e documenti. Il genocidio cirenaico e la storiografia coloniale in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]i, cantabili sul motivo di « A Rossa » del noto maestro Cioffi: « Viate chella mamma ch' l'ha fatte / Riceva tutt' a gente r'o paese. / È nate nu uaglione e tene 'n faccia / doie schiocche 'e russe e nu ranate (di melograno) / Viate chella mamma de Togliatti ».
ROCCO SCOTELLARO
IL GENOCIDIO CIRENAICO E LA STORIOGRAFIA COLONIALE
In una recente nota polemica un esponente della storiografia coloniale piú legata ai temi e miti del passato, Enrico De Leone, ha vivacemente attaccato un mío articolo di vari anni fa sulla repressione italiana della resistenza delle popolazioni cirenaiche culminata nel 193031, prendendo in particolare di mira l'espressione di genocidio che avevo usato per definire la politica di Mussolini e De Bono, Badoglio e Graziani I. Purtroppo il De Leone, invece di discutere i risultati di
t ENRICO DE LEONE, Il genocidio delle genti cirenaiche secondo G. Rochat, in « Intervento », 1979, tm. 3839, pp. 12 dell'estratto, che polemizza con La repressione della resistenza araba in Cirenaica nel 193031 nei documenti dell'archivio Graziani, in « Il movimento di liberazione in Italia », 1973, n. 110, pp. 339.
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questo e di altri miei studi paralleli 2, indulge in una polemica soltanto negativa che si limita a criticare le mie affermazioni con abbondanza di distorsioni, falsificazioni e diffamazioni personali, senza mai entrare nel merito dei problemi, ossia la natura ed i costi d[...]

[...]a, introduzione di Vittorio Lanternari, Catania, Edizioni del prisma, 1979). EvansPritchard, uno dei maggiori antropologhi contemporanei, con una diretta e profonda conoscenza del mondo arabo e africano, visse in Cirenaica nel 194244 come ufficiale britannico, in mezzo alle tribú del Gebel. La sua opera sulla Senussia è certamente la piú autorevole in materia, ma è sistematicamente ignorata dalla storiografia coloniale italiana, a cominciare dal De Leone, che giunge ad attribuire a me cifre e giudizi di EvansPritchard regolarmente citato.
6 Il De Leone rettifica questa cifra in 136.200 (Il genocidio cit., p. 4) perché dimentica la popolazione delle zone desertiche, che porta appunto la popolazione araba della Cirenaica a 142.000. Un altro grossolano errore del De Leone a p. 11, dove Omar alMukhtar diventa « successore » del senusso Mohammed Idris, anziché suo rappresentante generale sul Gebel.
7 Il vicegovernatore Graziani al ministro De Bono, 2 maggio 1931, in ASMAI (archivio storico del ministero dell'Africa italiana), posizione 150, cartella 22, fascicolo 98. Nella preparazione della sua opera La colonizzazione dell'Africa del nord (Padova, Cedam, 1960) il De Leone aveva visto questo archivio e questo stesso fascicolo, senza però utilizzare i documenti che avrebbero offuscato il quadro idilliaco da lui fornito della « pacificazione » della Cirenaica.
8 Graziani ed EvansPritchard, con valutazioni separate, fanno ascendere a 20.000 anime l'emigrazione forzata in Egitto negli anni della repressione. Secondo il « Bollettino informazioni del comando delle truppe della Cirenaica », parte di questi fuggitivi morirono di fame e malattie; alla fine del 1934 ne erano rimpatriati circa 2.250, mentre altri 12.000 restavano in Egitto. Rinvio al mio articolo 1973 ed[...]

[...] anime l'emigrazione forzata in Egitto negli anni della repressione. Secondo il « Bollettino informazioni del comando delle truppe della Cirenaica », parte di questi fuggitivi morirono di fame e malattie; alla fine del 1934 ne erano rimpatriati circa 2.250, mentre altri 12.000 restavano in Egitto. Rinvio al mio articolo 1973 ed alla mia relazione in corso di stampa per l'indicazione delle fonti d'archivio. La cifra di 6.500 fuorusciti data in E. DE LEONE, La colonizzazione cit., vol. it, p. 561, è priva di qualsiasi base.
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furono esonerati dalle operazioni di deportazione), bensì ai 120130.000 seminomadi del Gebel, del Bengasino e delle regioni predesertiche, dove piú forte era stata la resistenza senussita.
Dinanzi all'eloquenza di queste cifre, la storiografia coloniale tradizionale ha scelto il silenzio. Valga l'esempio del volume che la ministeriale collana « per la documentazione dell'opera dell'Italia in Africa » dedica a Il territorio e le popolazioni, per mano di noti esperti come Migliorini e De Agostini, in[...]

[...]dizionale ha scelto il silenzio. Valga l'esempio del volume che la ministeriale collana « per la documentazione dell'opera dell'Italia in Africa » dedica a Il territorio e le popolazioni, per mano di noti esperti come Migliorini e De Agostini, in cui le valutazioni della popolazione degli anni 191128 ed i censimenti degli anni Trenta sono allineati senza alcuna riserva sulla loro validità e senza alcun commento su quanto documentato; ed anche il De Leone, nella sua storia della colonizzazione dell'Africa settentrionale, non fornisce alcuna cifra sui costi umani della conquista italiana, ma si preoccupa soltanto di minimizzarli fino a smentire lo stesso Graziani, che, forte della protezione della dittatura fascista, poteva permettersi una certa brutale sincerità 9. Non potendo poi controbattere le mie conclusioni sul prezzo della conquista italiana sul piano della documentazione scientifica, il De Leone avanza dubbi indiscriminati su tutte le valutazioni italiane della popolazione cirenaica negli anni Venti, che pure furono accettate dalle autorità coloniali e dagli studiosi piú autorevoli, e tenta di ovviare alla mancanza di argomenti e pezze d'appoggio con attacchi personali, secondo le tradizioni della storiografia nazionalfascista 10. Il problema di fondo rimane: come mai la popolazione araba della Cirenaica passò dai 200.000 stimati da EvansPritchard (e dai 225.000 della valutazione ufficiale italiana del 1928) ai 142.500 del 1936? Fino a prova contraria (ma deve trattarsi di prova docu[...]

[...]isorsa delle popolazioni, che ne possedevano poco piú di un milione (secondo testimonianze diverse tra il 1910 e il 1928), tanto da alimentare un'esportazione annua di 100150.000 capi verso l'Egitto (secondo fonti italiane) I1. Nella primavera del 1928 pecore e capre salivano ancora a 1.100.000 secondo il Ciasca, il piú autorevole storico colonialista italiano 12; ma due anni piú tardi le popolazioni deportate ne poterono condurre con
9 Cfr. E. DE LEONE, La colonizzazione cit., vol. II, p. 558, secondo cui « ad elAqaylah fu costituito un vero e proprio campo di concentramento per 3.500 persone considerate piú indiziate ». Frasi come questa presuppongono lettori cosí inesperti da non rilevare che Graziani, in due libri pubblicati da Mondadori negli anni Trenta e largamente diffusi, parla esplicitamente di campi di concentramento per diecine di migliaia di persone nell'estate 1931 e di un campo di punizione di elAgheila con 7.000 deportati, accusati soltanto di legami di parentela con guerriglieri riconosciuti (gli indiziati di complicità con [...]

[...]campi di concentramento per diecine di migliaia di persone nell'estate 1931 e di un campo di punizione di elAgheila con 7.000 deportati, accusati soltanto di legami di parentela con guerriglieri riconosciuti (gli indiziati di complicità con la resistenza venivano passati per le armi sul campo), cfr. RODOLFO GRAZIANI, Cirenaica pacificata, Milano, 1932, p. 104, ripreso testualmente nel successivo Pace romana in Libia, Milano, 1937.
10 Secondo il De Leone, soltanto « un personaggio che si direbbe non italiano » può scrivere pagine come le mie di denuncia dei crimini del colonialismo fascista in Cirenaica (Il genocidio cit., p. 8). Nel 1980 questi schemi cari alla propaganda del regime fascista sembrano decisamente fuori posto e servono soltanto a celare la mancanza di validi argomenti scientifici.
11 Cfr. E. E. EVANSPRITCHARD, op. cit., p. 37; J. L. MIELE, L'imperialisme colonial italien de 1870 à nos jours, Paris, Cedes, 1968, p. 180.
12 RAFFAELE CIAscA, Storia coloniale dell'Italia contemporanea, Milano, Hoepli, 19402, p. 551.
VARIETÀ E D[...]



da Giovanni Battista Bronzini, Varietà e documenti. Togliatti e i canti popolari [scritto del 1953, per metà inedito [quadre nel testo]] [e trascrizione documento di Rocco Scotellaro [quadre di catalogo]] in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]i, cantabili sul motivo di « A Rossa » del noto maestro Cioffi: « Viate chella mamma ch' l'ha fatte / Riceva tutt' a gente r'o paese. / È nate nu uaglione e tene 'n faccia / doie schiocche 'e russe e nu ranate (di melograno) / Viate chella mamma de Togliatti ».
ROCCO SCOTELLARO
IL GENOCIDIO CIRENAICO E LA STORIOGRAFIA COLONIALE
In una recente nota polemica un esponente della storiografia coloniale piú legata ai temi e miti del passato, Enrico De Leone, ha vivacemente attaccato un mío articolo di vari anni fa sulla repressione italiana della resistenza delle popolazioni cirenaiche culminata nel 193031, prendendo in particolare di mira l'espressione di genocidio che avevo usato per definire la politica di Mussolini e De Bono, Badoglio e Graziani I. Purtroppo il De Leone, invece di discutere i risultati di
t ENRICO DE LEONE, Il genocidio delle genti cirenaiche secondo G. Rochat, in « Intervento », 1979, tm. 3839, pp. 12 dell'estratto, che polemizza con La repressione della resistenza araba in Cirenaica nel 193031 nei documenti dell'archivio Graziani, in « Il movimento di liberazione in Italia », 1973, n. 110, pp. 339.


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine De Leone, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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